E’ accettabile un paese
la cui Costituzione proclama pari dignità per tutti i cittadini e
che, però, non è in grado di rimuovere uno dei più evidenti e
ingiusti ostacoli alla sua concretizzazione?
Non lo è.
Non può esistere,
infatti, una società che si arroga il diritto di giudicare una
persona guardando al solo suo orientamento sessuale.
Un aspetto personalissimo
che si può, o meno, condividere, ma che non può essere assunto a
pregiudizio rispetto ad un universo di diritti e di valori dei quali
ogni essere umano è portatore. Diritto di costruire il proprio
progetto di vita, in armonia con sé stesso e con gli altri.
Diritto di poter
condividere beni e, fino alla fine, destini.
Diritti costitutivi di
quella libertà individuale posta a fondamento del nostro essere
Repubblica.
E nemmeno è accettabile
il fatto che ogni giorno, uomini e donne, ragazzi e ragazze nelle
nostre città, nei nostri piccoli centri, sul posto di lavoro, a
scuola, nei luoghi di divertimento siano sottoposti ad offese, prese
in giro, vessazioni, violenze anche, perche’ amano una persona del
loro stesso sesso.
Manifestazioni di
inciviltà di fronte alle quali nessuno può girare lo sguardo.
Anche Trento è chiamata
a non rimanere immobile.
L’omofobia è una forma
di discriminazione in profondo contrasto con la città nella quale
intendiamo vivere.
Quella “città della
convivenza” che si costruisce a partire dal riconoscimento e dal
rispetto dell’altro da sé.
E’ responsabilità di
ciascuno di noi impegnarsi affinchè questo profondo valore viva
sempre.
E’ responsabilità di
ciascuno di noi il rimuovere qualsiasi ostacolo al rispetto della
dignità della persona.
I dibattiti, le
riflessioni, gli incontri promossi per la giornata mondiale contro
l’omofobia vanno in questa direzione. Possono costituire per
ciascuno di noi occasione di riflessione, di conoscenza e di
crescita.
Lucia Maestri
Assessora alla Cultura del Comune di Trento